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Antiche storie sotto il mare

Poco prima delle festività natalizie, il maltempo ha scoperchiato alcune tombe antiche nel porto di Porto Cesareo, sul bagnasciuga di fronte a Torre Chianca, l’antica torre di vedetta della marina ionica, in un’area dove gli esperti avevano già ipotizzato la presenza di una necropoli.

Subito dopo la segnalazione di alcuni surfisti, che si sono accorti della presenza di alcuni resti ossei, tra cui parti di teschio vicino al sarcofago scoperchiato, personale dell’Ufficio locale marittimo di Porto Cesareo si è recato sul posto al fine di constatare il rinvenimento dei reperti archeologici e darne comunicazione agli Enti interessati nonché alla Soprintendenza.

Personale della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio unitamente ai militari della Guardia Costiera di Porto Cesareo hanno effettuato diversi sopralluoghi al fine di mettere in atto tutte le misure necessarie volte a tutelare il sito.

La zona è stata costantemente monitorata grazie al sistema di videosorveglianza nelle disponibilità dell’Ente gestore dell’Area Marina Protetta, nella consueta ottica collaborativa. E a partire dalla giornata di ieri sono iniziate le fasi di recupero dei reperti ossei.

Scalo di Furno

Non è l’unico episodio di rinvenimenti di reperti archeologici a Porto Cesareo. Poco distante infatti sorge l’area archeologica di Scalo di Furno, testimonianza di un insediamento dell’età del Bronzo (XVII-XVI secolo a.C.). Ed è proprio in quest’epoca che nasce la storia di Porto Cesareo, periodo in cui i marinai provenienti dalla Grecia erano soliti scegliere il Salento per stabilire la propria sede.

A testimonianza di ciò, sono state ritrovate, già grazie agli scavi del 1969, statuette votive e vari cimeli risalenti all’epoca del Bronzo, sinonimo di un insediamento umano.

Quanto rinvenuto rappresenta oggi un significativo cambiamento della geografia costiera. Tutta l’area, oggi sommersa, era terraferma durante l’Età del Bronzo e le mareggiate riportano in vita pezzi della nostra storia.

 

Le operazioni di recupero dei reperti, tracce del passato sommerso della costa salentina del versante ionico, sono condotte dagli archeologi del Dipartimento di Beni culturali dell’Università del Salento, guidati dal dott. Luigi Coluccia sotto il coordinamento della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio, rappresentata in loco dal dott. Giuseppe Muci.

Sul posto il titolare dell’Ufficio Locale marittimo di Porto Cesareo ha fornito massima collaborazione e assistenza alle operazioni di recupero oltre a vigilare in una zona portuale e demaniale messa debitamente in sicurezza, nella sinergica interdisciplinarietà connessa con la tutela e la ricerca: la sicurezza delle operazioni subacquee, il rispetto e la salvaguardia dell’ambiente marino e costiero.

Al momento gli archeologi hanno rinvenuto uno scheletro intero e tre tombe. Seguirà da parte dei tecnici archeologi la datazione dei reperti rinvenuti e la loro collocazione nel passato. Porto Cesareo rappresenta infatti la stratificazione di ere e popolazioni che nel tempo si son susseguite sul suo territorio, tutt’oggi centro di grande interesse culturale.

La Guardia Costiera continua a fornire il proprio massimo apporto e supporto alla Soprintendenza ed in ottemperanza alle disposizioni per la tutela delle aree marine di interesse storico, artistico o archeologico del decreto del 2 luglio 1989, per preservare e tutelare il patrimonio archeologico, storico-artistico, architettonico e paesaggistico in una zona così pregiata come quella di Porto Cesareo e della sua Area Marina Protetta.