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La tiroide? È il “sale” della vita

La tiroide è una ghiandola endocrina situata nella regione anteriore del collo. Ha la forma di una farfalla, essendo formata da due lobi laterali (destro e sinistro) uniti da un sottile ponte, detto “istmo”.

La sua funzione è vitale in tutte le età perché produce ormoni tiroidei, che regolano lo sviluppo psico-fisico e il metabolismo energetico del nostro corpo, e calcitonina che, insieme al paratormone (altro ormone prodotto dalle ghiandole paratiroidi), regola il metabolismo delle ossa.

La sintesi e la secrezione degli ormoni tiroidei dipendono dalla disponibilità alimentare di iodio, che è condizionata dalla presenza di iodio negli alimenti, a sua volta determinata dalla concentrazione di iodio nella crosta terrestre.

Terreni poveri di questo micronutriente causano una riduzione del contenuto di iodio, oltre che nelle falde acquifere, anche negli ortaggi e nei cereali che ne sono irrigati.

Il fenomeno interessa non solo le popolazioni più povere, ad economia prevalentemente agricola, ma anche quelle ad economia più avanzata in cui la ridotta iodazione dei foraggi si riflette sul contenuto di iodio degli alimenti di origine animale e quindi su tutto il settore agroalimentare.

Tiroide
Modellino anatomico della tiroide (© Ivan Shidlovski / 123rf.com).
Italia povera di iodio

Se in molti Paesi sono state da tempo adottate misure di iodoprofilassi, che hanno consentito di adeguare l’apporto alimentare di iodio al fabbisogno minimo, le stesse misure non sono state attuate in Italia. Per questo motivo, gran parte della popolazione italiana, e in particolare quella del Salento, è esposta agli effetti della carenza nutrizionale di iodio.

Questo deficit, per fortuna meno grave rispetto al passato, ma pur sempre rilevante ai fini della corretta funzionalità tiroidea, è responsabile dello sviluppo endemico del gozzo (aumento più o meno grave del volume della ghiandola tiroidea, che interessa il 10 per cento circa della popolazione italiana) e di numerose manifestazioni cliniche.

Tra queste il cretinismo, danno neurologico maggiore ormai scomparso grazie allo screening neonatale, e altre forme minori, ma più frequenti, di disordini neurologi e dell’intelligenza, come lo strabismo, la dislalia, la disartria, la spasticità prossimale, la iperreflessia osteotendinea.

Queste patologie avranno un quadro clinico più o meno grave in funzione del deficit nutrizionale di iodio durante la gravidanza e il breve periodo di vita del neonato in cui si completano i processi di maturazione del sistema nervoso centrale.

Se il feto non ha avuto un adeguato apporto di iodio e ormoni tiroidei, questi disturbi minori sono rilevabili a distanza di 8-10 anni dal parto. Quando infatti aumenta la richiesta di prestazioni scolastiche emergono i difetti cognitivi e le ridotte capacità percettivo-integrative e critiche che sono le manifestazioni più frequenti del danno causato dalla carenza di iodio.

Altri fattori, come le malattie ereditarie e acquisite, i farmaci, gli interventi chirurgici, la gravidanza, lo stress, l’alimentazione e l’impatto ambientale possono alterare la funzionalità tiroidea.

Contaminazione ambientale

L’ambiente e l’alimentazione meritano particolare attenzione perché molte sostanze, interferendo con l’omeostasi tiroidea, possono alterare l’equilibrio ormonale degli organismi viventi.

Sono i cosiddetti interferenti endocrini (endocrine disruptors), insidiosi e presenti nell’ambiente, tra i quali segnaliamo: pesticidi, plastificanti, solventi, additivi dei cibi, prodotti del fumo di sigaretta, metalli pesanti come piombo e mercurio, uranio impoverito, radiazioni, mezzi di contrasto, diossina, ecc., sospettati di aumentare il rischio di tumori negli esseri umani.

A questi “perturbatori” si aggiungono gli alimenti naturali contenenti sostanze organiche solforate: soia, polifenoli, cavoli, verdure a foglia larga, capaci di interferire con il metabolismo dello iodio e causare il gozzo, se consumati crudi e in grande quantità.

L’alterazione della funzionalità tiroidea può portare a diverse condizioni cliniche:

  • Ipotiroidismo: ridotta funzionalità con aumento di peso.
  • Ipertiroidismo (morbo di Graves): aumento di funzionalità con riduzione di peso.
  • Gozzo: aumento globale del volume della ghiandola.
  • Noduli benigni o maligni (più rari).
  • Malattie autoimmunitarie (morbo di Hashimoto).
Prevenzione: un’ecografia tiroidea una volta all’anno

È importante dunque la prevenzione ed eseguire delle analisi specifiche e un’ecografia tiroidea almeno una volta all’anno. Questo vale ancor di più per quelle persone che hanno o hanno avuto malati di tiroide tra i familiari.

Come abbiamo detto, il Salento è una terra fortemente endemica, dove si registra un’elevata incidenza di malattie della tiroide, con prevalenza nel sesso femminile.

Una diagnosi precoce permette di indirizzare verso una terapia specifica, prima che le condizioni funzionali della tiroide siano irrimediabilmente compromesse.